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La Storia

La Filanda nel ‘700

L’intero complesso che oggi ospita la Villa fu costruito intorno al 1770 quando la famiglia Clerici decise di intraprende l’attivita’ serica.

Dopo aver fondato la Ditta Giuseppe e F.lli Clerici tra il 1768 e 1769, la famiglia acquisto’ il campo del “Restellone” su cui fece costruire quella che in pochi anni divento’ la sede del piu’ grande filatoio ad acqua dell’Alta Brianza dove si produceva grandi quantitativi di organzino di qualità.

Alla fine del XVIII secolo, la famiglia Clerici insieme alla famiglia Annoni figuravano essere i soli filatori, oltreché filandieri del comune di Crevenna.

 

La Villa nell’800

L’attivita’ serica continuo’ anche durante I primi anni dell’800, anche se dopo la morte di Giuseppe nel 1807 inizio’ a dare I primi segni di crisi. E’ nel giugno del 1817 che I Clerici si videro infatti costretti a chiudere la filanda e il filatoio che ormai non davano piu’ I risultati sperati.

Per più di un decennio lo stabilimento serico restò inattivo fino a quando Lorenzo, nel 1830, decise di mettere a reddito l’intero complesso affittando la filanda e  il filatoio e adibendo la struttura della “parte bassa” che era diventata fermata di “Posta” ad albergo per Il personale delle diligenze.

Sara’ invece Carlo, ingegnere industriale di successo, che alla fine dell’800 decidera’ di adibire l’intero complesso ad abitazione, lasciandoci La Clerici cosi’ come la vediamo oggi.

“La Clerici” oggi

Il complesso, da sempre conosciuto e ancora oggi chiamato “La Clerici” si presenta come un vero e proprio borgo formato da vari edifici tutti collegati fra loro con corpi di fabbrica a vari livelli.

Il complesso è costituito dalla villa con il parco e da due corti, una principale, detta “corte alta” e una secondaria, detta “corte bassa” che per più di un secolo fu utilizzata non solo come fermata di “Posta” ma anche come albergo per il personale delle diligenze.

L’ingresso alla villa e’ costituito da due viali paralleli che conducono ad una coppia di cancelli in ferro battuto ad opera del maestro Ratti. L’uno porta ad un piccolo giardino su cui si affaccia la cappella privata dedicata a San Francesco e contenente pitture della scuola umbra; l’altro cancello invece apre alla “grande corte” su cui si affaccia parte della villa e parte della struttara della “corte bassa”.
E’ da questo cortile che, attraverso un portico su cui si affaccia un piccolo teatro all’italiana, si accede alla Villa e al Parco.

La Villa che si estende per quasi un centinaio di metri, conserva ancora oggi al suo interno pregevoli soffitti a cassettoni, pareti finemente decorate e grandi porte sagomate e modanate secondo lo stile artigianale lombardo della fine ‘700. Di grande attrazione e degno di nota, il Salone che da locale industriale contente ben due filatoi ad acqua fu trasformato in Salone delle Feste per volere dell’ingegnere Carlo Clerici. Alla fine dell’800 Carlo decise infatti di farlo svuotare degli imponenti macchinari e di farlo invece affrescare con pitture, stemmi di famiglia e massime latine, eseguite da abili artigiani brianzoli.

Il Parco come e’ oggi fu realizzato ai primi del ’900 ad opera dell’architetto G. Roda, che non solo ne rimodello’ i prati e le collinette, ma creo’ un magnifico Laghetto sfruttando la vasca che nei secoli precedenti era dedicata alla decantazione dei bachi e fungeva da bacino per l’impianto serico.

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